Medicina di Famiglia e Specialistica
Malattie Gastrointestinali

Revisione della letteratura su Lacticaseibacillus paracasei Shirota (LcS)

30 Ago 2024

da Quaderni di Medicina e Chirurgia

Sara Roggiani1,2, Giorgia Procaccianti2, Silvia Turroni2

1Human Microbiomics Unit, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna
2Unità di Scienze e Biotecnologie dei Microbiomi, Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie, Università di Bologna
 

Introduzione

I probiotici, secondo la definizione ufficiale FAO/WHO (Food and Agriculture Organization/World Health Organization), ripresa dalle “Linee Guida su Probiotici e Prebiotici” del Ministero della Salute italiano (revisione marzo 2018)1, sono “microrganismi vivi che, quando somministrati in adeguate quantità, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”2. Ad oggi è noto che i probiotici esercitano una serie di effetti sulla fisiologia umana, tra cui riduzione di disturbi intestinali (come costipazione, diarrea e malattie infiammatorie intestinali), miglioramento dei sintomi legati all’intolleranza al lattosio, riduzione dell’incidenza e gravità di infezioni, attenuazione di stati depressivi e miglioramento della salute cardio-metabolica. Tali effetti sono mediati dal metabolismo dei nutrienti, dall’antagonismo diretto e indiretto nei confronti dei patogeni, dal miglioramento della funzione di barriera, dall’immunomodulazione, dall’effetto analgesico sul dolore viscerale, dalla comunicazione con il sistema nervoso centrale (lungo l’asse intestino-cervello) e, ovviamente, dalla modulazione del microbiota intestinale3. Va ricordato che questi meccanismi non sono condivisi da tutti i probiotici fino ad oggi conosciuti e che, in particolare, la produzione di specifici bioattivi e gli effetti immunologici, endocrinologici e neurologici tendono a essere ceppo-specifici. 

 

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I lattobacilli

Assieme ai bifidobatteri, i lattobacilli rappresentano il principale gruppo batterico a cui appartengono i più noti e sperimentati ceppi probiotici. Si tratta di microrganismi dall’elevata diversità genotipica, fenotipica ed ecologica, capaci di colonizzare diverse nicchie del corpo umano, tra cui il tratto gastrointestinale4. Oltre all’utilizzo come probiotici, i lattobacilli sono molto impiegati anche nei processi di produzione di alimenti fermentati, quali latte, carne, alimenti vegetali e pane a lievitazione naturale.

A marzo 2020, le oltre 250 specie di Lactobacillaceae note sono state riclassificate in 25 generi (inclusi 23 nuovi generi)5. Ad esempio, la specie batterica Lactobacillus casei è stata riclassificata come Lacticaseibacillus paracasei. Il Lacticaseibacillus paracasei Shirota (LcS) è uno dei ceppi probiotici più studiati dalla comunità scientifica, la cui efficacia e sicurezza sono state ampiamente documentate in letteratura (Figura 1).

Lacticaseibacillus paracasei Shirota: le sue proprietà

A partire dagli anni ’30, ovvero da quando è stato isolato per la prima volta dal microbiologo giapponese Dr. Minoru Shirota (da cui prende il nome), il ceppo Lacticaseibacillus paracasei Shirota (LcS) ha ricevuto considerevole attenzione per via delle promettenti caratteristiche tecnologiche e degli innumerevoli effetti benefici sulla salute, come dettagliato qui di seguito (vedi anche Tabella 1 e Figura 2). 

LcS e sopravvivenza nel tratto gastrointestinale

Diversi studi hanno dimostrato che LcS è capace di sopravvivere al passaggio attraverso il tratto gastrointestinale, condizione alla base dell’efficacia dei probiotici. In particolare, è stato dimostrato che LcS raggiunge l’ileo terminale a partire da circa 2 ore dopo l’assunzione di un latte fermentato contenente anche il ceppo Bifidobacterium breve Yakult (BbrY), e che la sua concentrazione aumenta nel tempo, rappresentando temporaneamente la quasi totalità del microbiota ileale, con un recupero pari a circa l’80% delle cellule ingerite6. Inoltre, non è stata trovata una correlazione negativa tra il tasso di vitalità di LcS e la concentrazione di acidi biliari, suggerendo una minima influenza da parte di questi ultimi.

Lo studio più recente in letteratura riguardante la sopravvivenza di LcS nel tratto gastrointestinale è quello di Cook et. al. (2023), che ha coinvolto 25 adulti Statunitensi senza patologie e con motilità intestinale regolare. Tale studio ha dimostrato che, una settimana dopo il consumo giornaliero di una bevanda a base di latte scremato fermentato con 8 miliardi di LcS, erano presenti 6,4 log10 UFC (unità formanti colonia) di LcS per grammo di feci. Tuttavia, due settimane dopo l’interruzione dell’assunzione del latte fermentato, si è osservato un ritorno alla condizione iniziale7. Questi risultati ricalcano quanto già visto in studi precedenti in altre coorti di diversa nazionalità8-10, incluse coorti pediatriche11,12.

LcS e funzioni gastrointestinali (stipsi, IBS, IBD, NEC, epatopatie, intolleranza al lattosio, Helicobacter pylori)

Gli effetti benefici di LcS sul tratto gastrointestinale sono ormai consolidati grazie alla numerosa letteratura scientifica a supporto. Alla base di tali effetti vi è la capacità di LcS di colonizzare l’intestino e interagire con la comunità microbica residente. Ad esempio, è noto che la somministrazione di LcS porta a un miglioramento dei sintomi della stipsi in diverse popolazioni, tra cui anziani13, donne post-parto14, pazienti sottoposti a gastrectomia15, pazienti con costipazione idiopatica16‑21, pazienti con nefropatie allo stadio terminale22, pazienti affetti da morbo di Parkinson e pazienti depressi3,24 e soggetti sani25-27. In particolare, nello studio di Ou et al. (2019)17, gli autori, attraverso una analisi metabolomica, hanno identificato un metabolita non volatile potenzialmente responsabile della mitigazione dei sintomi della stitichezza a seguito della assunzione di LcS, ovvero l’acido pipecolico. Inoltre, la somministrazione congiunta di LcS e B. breve Yakult (BbrY) è stata dimostrata portare a un miglioramento a lungo termine dei sintomi associati all’intolleranza al lattosio28. 

LcS può apportare un beneficio anche in pazienti affetti da sindrome del colon irritabile (Irritable Bowel Syndrome, IBS) 9-31 e malattie infiammatorie croniche intestinali (Inflammatory Bowel Disease, IBD)32,33. In particolare, in modelli murini, la somministrazione di LcS migliorava i sintomi della colite e l’integrità dell’epitelio intestinale34. 

Inoltre, LcS influenzava la composizione del microbiota intestinale, aumentando l’abbondanza relativa di specie batteriche benefiche e riducendo quella di potenziali patogeni. Il trattamento con LcS influenzava anche il pool di acidi biliari primari e secondari, sopprimeva l’espressione di mediatori pro-infiammatori quali interferone gamma (IFN-γ) e ossido nitrico (NO), e aumentava l’espressione di interleuchina 10 (IL-10). Dopo un trattamento a lungo termine (>3 mesi) con LcS, è stato osservato anche un miglioramento delle lesioni dell’intestino tenue nei soggetti che assumevano cronicamente aspirina35. 

Gli effetti benefici di LcS sono stati osservati anche in bambini affetti da infezioni dell’intestino tenue, ad esempio enterocolite necrotizzante36,37, e in pazienti adulti con infezioni gastrointestinali, come quella da Helicobacter pylori38,39. 

L’attività di LcS è stata valutata anche nel contesto di epatopatie in studi preclinici e clinici. Ad esempio, nello studio preclinico di Yan et al. (2022)40, LcS portava a una riduzione dei marcatori biochimici epatici e delle citochine infiammatorie, di conseguenza a una riduzione del danno a livello epatico e intestinale. Inoltre, LcS “correggeva” la disbiosi del microbiota intestinale. Negli studi clinici, la supplementazione con LcS portava a un miglioramento del metabolismo lipidico e glucidico, al ripristino della capacità fagocitaria dei neutrofili in pazienti con cirrosi alcolica, e a una riduzione dei livelli di citochine pro-infiammatorie (quali le interleuchine IL-17a e IL‑1b)41-43. Questi effetti potrebbero contribuire a limitare il danno epatico causato dall’infiammazione cronica e a prevenire la progressione delle malattie epatiche verso stadi più gravi come la fibrosi e la cirrosi.

LcS e diarrea infettiva, diarrea associata alla terapia antibiotica (AAD) e diarrea associata a Clostridioides difficile (CDAD)

Un trial clinico ha dimostrato l’efficacia della somministrazione di LcS nel ridurre il rischio di sviluppare la diarrea associata alla terapia antibiotica (AAD), comune complicanza del trattamento antibiotico44. In particolare, LcS contrastava alcuni cambiamenti disbiotici tipicamente associati all’assunzione di antibiotici, quali la riduzione della diversità del microbiota intestinale e la diminuzione dell’abbondanza di Bifidobacterium spp. Inoltre, il trattamento con LcS una volta al giorno per la durata del trattamento antibiotico e per i 3 giorni successivi riduceva l’incidenza di AAD e della diarrea associata all’infezione da Clostridioides difficile (CDAD) in anziani ospedalizzati, che presentano un maggiore rischio di sviluppare complicanze secondarie, ad esempio disidratazione45. Tuttavia, più recentemente, in un trial clinico randomizzato in doppio cieco, non sono state osservate variazioni significative nell’incidenza di AAD e CDAD a seguito della somministrazione di LcS in pazienti geriatrici46. Come sottolineato dagli autori stessi, questo potrebbe essere attribuibile alla bassa prevalenza di AAD nella coorte e al numero ristretto di pazienti reclutati. 

Effetti benefici sono stati osservati anche in pazienti con lesioni spinali, particolarmente suscettibili a diarrea per via della lunga ospedalizzazione e dei numerosi trattamenti farmacologici a cui sono sottoposti47-50. Inoltre, il trattamento simbiotico consistente in LcS in combinazione con il ceppo probiotico BbrY e galatto-oligosaccaridi, prima e dopo chirurgia epatica per la resezione di metastasi tumorali (con o senza cirrosi epatica), si è dimostrato efficace nel preservare l’integrità della barriera intestinale e nel ridurre il tasso di complicanze infettive51. 

L’impiego di LcS si è rivelato benefico nel trattamento di gastroenteriti infettive anche di origine virale. Ad esempio, lo studio di Nagata et al. (2011)52 ha evidenziato che l’assunzione costante di LcS contribuiva significativamente all’attenuazione della febbre associata alla gastroenterite da norovirus, seppur non prevenendo l’insorgenza della stessa. Alla base dell’azione di LcS, vi era la sua capacità di modulare favorevolmente la composizione del microbiota intestinale, portando a una riduzione degli enterobatteri e a un aumento di Bifidobacterium e Lactobacillus, come osservato in altri studi44. Inoltre, la somministrazione di LcS per un periodo di 12 settimane a una larga popolazione di bambini in India (3.758) ha dimostrato di prevenire l’insorgenza di diarrea acuta, una condizione frequente in questo contesto geografico53.

LcS e altre infezioni

Numerosi studi hanno dimostrato che LcS può essere utile nella prevenzione e nel trattamento di infezioni extra-intestinali, comprese quelle di natura respiratoria, in soggetti sani e malati54-56, inclusi bambini57, atleti58,59 e anziani ricoverati in case di cura39,60,61. Ad esempio, in uno studio multicentrico, randomizzato e in doppio ceco, la somministrazione giornaliera di LcS correlava con una minor durata dell’infezione in anziani con infezioni acute del tratto respiratorio superiore61. Inoltre, l’assunzione giornaliera di latte fermentato con LcS è stata dimostrata ridurre il rischio di infezioni respiratorie in lavoratori sani di mezza età55. 

In pazienti con sepsi sottoposti a ventilazione artificiale, è stato osservato un calo nell’incidenza di enteriti e infezioni polmonari a seguito dell’assunzione di LcS, BbrY e galatto-oligosaccaridi54. In aggiunta, il trattamento simbiotico portava a una modulazione della composizione e funzionalità del microbiota intestinale, con aumento di bifidobatteri, lattobacilli e acidi grassi a corta catena. 

Analogamente, la somministrazione peri-operatoria del prodotto simbiotico riduceva l’insorgenza di complicanze post-operatorie, quali infezioni sistemiche, in pazienti sottoposti a trapianto di fegato62 e pazienti oncologici sottoposti a chirurgia epatica63,64. 

Nello studio di Motoori et al. (2017)65, l’assunzione del simbiotico in pazienti con carcinoma esofageo sottoposti a chemioterapia neoadiuvante portava a un aumento nel microbiota intestinale di batteri benefici per l’ospite e a una diminuzione di potenziali patogeni. Inoltre, il gruppo che aveva ricevuto il simbiotico mostrava livelli più alti di acido acetico e propionico, e minori incidenze di complicanze, ad esempio linfopenia grave, diarrea e neutropenia febbrile rispetto al gruppo di controllo. 

Thomson et al. nel 201256 hanno presentato il caso clinico di un paziente con gravi ustioni e infezione da Pseudomonas aeruginosa con resistenza multi-farmaco, che coinvolgeva anche il tratto gastrointestinale come serbatoio di reinfezione delle ferite. Dopo somministrazione di LcS, P. aeruginosa tornava a essere sensibile ai farmaci. Studi in modelli murini hanno, inoltre, suggerito un effetto di LcS nel contrastare le infezioni da H. pylori66.

LcS, malattie metaboliche e rischio cardiovascolare 

Il ruolo di LcS è stato valutato anche nel contesto di malattie metaboliche e rischio cardiovascolare67. In particolare, l’assunzione di LcS è stata dimostrata risultare in una diminuzione dei livelli di glucosio plasmatico, glicoalbumina ed emoglobina glicata in soggetti obesi prediabetici68. Inoltre, l’assunzione frequente di latte fermentato contenente LcS (registrata in un periodo di 5 anni) riduceva la probabilità di sviluppare ipertensione in persone anziane69. I dati sono stati confermati in modello murino, dove LcS aiutava il trattamento dell’ipertensione e mostrava effetti benefici sul metabolismo del glucosio e dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e del glucosio plasmatico a digiuno70.

LcS e asse intestino-cervello 

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse nell’uso di LcS per il trattamento dello stress fisico e psicologico, quale quello associato alla sindrome da affaticamento cronico, agli impegni accademici o ai disturbi del sonno. LcS migliora, infatti, i sintomi d’ansia e quelli gastrointestinali, presumibilmente attraverso una serie di interazioni complesse lungo l’asse intestino-cervello, il quale è oggetto di crescente consapevolezza e studio scientifico. Ad esempio, è stato riportato che un intervento con LcS in studenti di medicina prima di un esame accademico contrastava l’insorgenza di sintomi fisici e l’aumento del cortisolo salivare71-73, probabilmente attraverso la segnalazione vagale e una ridotta reattività allo stress nel nucleo paraventricolare73. 

LcS è risultato efficace anche nel mantenere la qualità del sonno in condizioni di stress accademico, contrastando la diminuzione del sonno profondo e accorciando la latenza del sonno74. Tali effetti sono stati associati alla capacità di LcS di preservare la diversità del microbiota intestinale. 

Da studi clinici, è emerso che LcS migliora anche i sintomi psichici in pazienti affetti da depressione, specialmente in presenza di elevate abbondanze di bifidobatteri73,75. Inoltre, il consumo giornaliero di LcS per 9 settimane alleviava la stitichezza e migliorava i sintomi depressivi in pazienti affetti da morbo di Parkinson, correggendo la disbiosi associata24. Uno studio più recente ha confermato gli effetti favorevoli dell’assunzione giornaliera di LcS sui sintomi non motori e su specifici sintomi gastrointestinali (come la stitichezza) in pazienti affetti da morbo di Parkinson, seppur in assenza di cambiamenti significativi nel microbiota intestinale76. 

LcS e cancro

LcS è risultato avere un potenziale ruolo anche nel contesto tumorale. Recenti lavori hanno infatti dimostrato che LcS riduce il rischio di sviluppare cancro alla vescica77 e il rischio di sue recidive dopo resezione transuretrale78,79. Tra i meccanismi coinvolti vi è verosimilmente la modulazione del microbiota intestinale con ridotta produzione di metaboliti cancerogeni e l’immunomodulazione. In particolare, LcS potrebbe potenziare il sistema immunitario dell’ospite attraverso la stimolazione dei macrofagi a produrre IL-12, che a sua volta stimolerebbe le cellule T helper a differenziarsi, produrre IFN-γ e promuovere l’immunità cellulare contro le cellule tumorali80. 

L’assunzione di LcS è stata dimostrata ridurre lo sviluppo anche di tumori del colon-retto, in particolare quelli con moderata e grave atipia. Tra i meccanismi sottostanti vi sono, ancora una volta, l’alterazione del microbiota intestinale e l’immunomodulazione, ma anche l’inattivazione di composti cancerogeni, l’inibizione delle vie di segnalazione delle tirosin-chinasi ed effetti antiproliferativi attraverso la regolazione dell’apoptosi e della differenziazione cellulare81. Inoltre, uno studio di popolazione condotto su donne giapponesi ha mostrato un’associazione inversa tra il consumo di bevande contenenti LcS a partire dall’adolescenza e l’insorgenza di cancro al seno82. 

Uno studio pilota ha dimostrato che l’assunzione di un prodotto simbiotico composto da LcS, BbrY e galatto-oligosaccaridi prima e dopo l’intervento chirurgico in pazienti affetti da cancro biliare sottoposti a resezione epatobiliare riduceva le complicanze infettive in modo più efficace rispetto al solo trattamento post-operatorio, verosimilmente mediante potenziamento della funzione immunitaria63,64. 

Alcuni lavori hanno dimostrato i benefici di LcS anche nei tumori ginecologici, specialmente nel promuovere la clearance di anomalie citologiche correlate al Papilloma virus83. 

Uno studio condotto su modello animale ha riportato l’efficacia di LcS anche nel trattamento del tumore al polmone. In particolare, LcS inibiva la crescita delle cellule tumorali nella cavità toracica e prolungava il tempo di sopravvivenza, verosimilmente attraverso la modulazione del sistema immunitario dell’ospite, in particolare delle risposte immunitarie cellulari84. 

Il ruolo di LcS è stato valutato anche nel contesto della mutagenesi. Sperimentalmente, è stato dimostrato che LcS riduce il danno al DNA causato da cancerogeni chimici e previene la carcinogenesi85,86. Inoltre, l’assunzione di LcS per 3 settimane diminuiva la mutagenicità urinaria derivante dall’ingestione di carne macinata di manzo fritta in soggetti sani non fumatori87. 

LcS e sistema immunitario

LcS può essere considerato un probiotico ad alto potenziale immunostimolatorio. Gli studi disponibili, infatti, dimostrano un aumento dell’attività delle cellule Natural Killer (NK) a seguito della somministrazione di LcS in diverse coorti di soggetti, adulti e anziani, inclusi fumatori abituali, per i quali è nota un’associazione inversa tra attività delle cellule NK e numero di sigarette fumate88-96. 

Le cellule NK svolgono un ruolo fondamentale nel sistema immunitario, poiché sono in grado di rilevare e distruggere cellule infette o tumorali senza la necessità di una pre-attivazione, contribuendo così alla difesa dell’organismo. Inoltre, le cellule NK sono coinvolte nella secrezione di citochine, quali IFN-γ, IL-1 e fattore di necrosi tumorale-α (Tumor necrosis factorα, TNF-α)97,98. 

In uno studio su adulti sani, l’assunzione giornaliera di LcS per 14 settimane (con interruzione tra la settimana 4 e la settimana 10) portava anche a una maggiore espressione dei marker di attivazione delle cellule T89. 

Un recente trial clinico ha dimostrato che l’assunzione giornaliera di una bevanda a base di LcS per 6 settimane aveva un effetto modulatorio su diverse cellule del sistema immunitario, quali cellule dendritiche plasmacitoidi, cellule dendritiche convenzionali e monociti, e influenzava l’immunità innata e adattativa dell’ospite attraverso l’aumentata espressione del recettore CD4099, validando quanto già osservato precedentemente in vitro100. Inoltre, è stato dimostrato che LcS promuove l’instaurarsi di un profilo antinfiammatorio agendo sul pattern di citochine prodotte dalle cellule immunitarie. In particolare, LcS è in grado di indurre la produzione ad alti livelli di IL-12, la quale svolge un ruolo centrale nell’attivazione della risposta immunitaria innata95,101. Attraverso la produzione di IL-12, LcS induce la differenziazione a cellule T helper 180. I ceppi probiotici che stimolano la produzione di IL-12 sono generalmente considerati promettenti per il potenziamento del sistema immunitario contro le infezioni e per la riduzione del rischio di sviluppo di neoplasie102. 

Queste considerazioni sono supportate da un numero crescente di studi in vivo che indicano che LcS conferisce benefici significativi nella prevenzione delle infezioni, riducendo la suscettibilità a patogeni che penetrano attraverso le mucose, ad esempio il virus del raffreddore comune58, il virus dell’influenza103 e il virus dell’immunodeficienza umana104,105. In aggiunta, LcS inibisce la produzione di IL-17 da parte delle cellule T helper 17, che svolgono un ruolo fondamentale nell’instaurarsi di patologie infiammatorie, tra cui le malattie autoimmuni e le IBD106. LcS agisce direttamente sia a livello luminale che nelle placche di Peyer nella lamina propria al di sotto della mucosa epiteliale, dove i probiotici vengono generalmente introdotti tramite le cellule M, ma anche indirettamente, mediante modulazione del microbiota intestinale92,102. 

LcS in altri ambiti 

Numerose applicazioni di LcS sono state valutate nella popolazione anziana, in relazione alla perdita di peso, alla composizione del microbiota intestinale e alla salute della cavità orale e delle ossa. Ad esempio, uno studio recente condotto in Giappone ha dimostrato che l’assunzione abituale di LcS promuoveva l’eubiosi del microbiota intestinale dell’anziano, favorendo un invecchiamento in salute107. Inoltre, il trattamento a lungo termine (approssimativamente 20 anni) con LcS contrastava la perdita di peso negli anziani e riduceva il rischio di malattie associate108. 

LcS è stato anche dimostrato accelerare il processo di guarigione in anziani con frattura distale del radio, migliorando la formazione ossea, aumentando la densità minerale ossea e prevenendo la perdita ossea109. L’effetto di LcS è stato valutato anche nel trattamento dell’osteoartrite del ginocchio, dove ha contribuito a ridurre i livelli sierici di proteina C-reattiva ad alta sensibilità110. Grazie alle proprietà antinfiammatorie, LcS è stato dimostrato esercitare un ruolo attivo anche a livello orale, riducendo episodi di sanguinamento gengivale, inibendo direttamente o indirettamente la crescita di noti patogeni come Streptococcus mutans e specie di Candida, e migliorando così la salute parodontale negli adulti e negli anziani111-114.

Con specifico riferimento agli atleti, il consumo di LcS è stato associato a una diminuzione dello stress da prestazione e alla modulazione del sistema immunitario115. In particolare, l’assunzione giornaliera di LcS potrebbe modulare le onde cerebrali theta (rilassamento) e delta (attenzione), migliorare le prestazioni fisiche e il benessere psicologico116. 

Uno studio recente in maratoneti ha evidenziato livelli antinfiammatori più elevati e una ridotta infiltrazione neutrofila nella mucosa nasale nel gruppo trattato con LcS rispetto ad altri atleti e al gruppo placebo117. Uno studio pilota in giocatori di calcio ha dimostrato che LcS potrebbe essere utile nel controllare l’ammoniaca generata dall’esercizio fisico, verosimilmente mediante produzione di fenilacetato118

Il ruolo di LcS è stato valutato anche nei pazienti con malattia renale allo stadio terminale sottoposti a emodialisi, che spesso presentano un funzionamento intestinale difettoso con defecazione anomala ed elevati livelli sierici di p-cresolo, tossina uremica prodotta da batteri intestinali22. In particolare, il trattamento con LcS potrebbe ridurre l’effetto tossico del p-cresolo119. 

Infine, uno studio ha riportato effetti benefici di LcS sulla salute della pelle120, verosimilmente mediati da un aumento dei livelli di assorbimento degli isoflavoni. 

Considerazioni conclusive 

Sulla base delle numerose evidenze scientifiche disponibili, in parte riassunte e discusse in questa revisione della letteratura, si può concludere che Lacticaseibacillus paracasei Shirota è un ceppo ben caratterizzato, in grado di sopravvivere al passaggio lungo il tratto gastrointestinale e soprattutto di esercitare una serie di effetti benefici sulla fisiologia umana, che si estendono ben oltre l’intestino. Tali effetti sono per lo più mediati dalla capacità di modulare favorevolmente il microbiota intestinale e le risposte immunitarie dell’ospite. 

Studi come buona parte di quelli riportati in questa revisione, che non si limitano a osservare gli effetti dei batteri probiotici ma mirano anche a caratterizzare i meccanismi molecolari sottostanti, sono fondamentali per il professionista così come per il consumatore, perché le loro scelte sul prodotto da consigliare/assumere siano realmente consapevoli e guidate dall’evidenza scientifica.

Bibliografia 

 

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