Medicina di Famiglia e Specialistica
Salute e sanità

Un inquinamento ambientale emergente: i farmaci

16 Feb 2024
farmaci-e-ambiente

da Il Medico Pediatra rivista ufficiale della F.I.M.P.

 

Riassunto

Numerosi studi hanno documentato l’ampia diffusione ambientale dei prodotti farmaceutici (PF), intesi sia come farmaci originali sia come loro metaboliti o prodotti di trasformazione. In Europa essi provengono soprattutto dai sistemi di depurazione che, nella maggior parte dei casi, non riescono a eliminarli completamente, per cui vengono rilasciati nelle acque di effluvio. La loro presenza è stata rilevata sia nelle acque di superficie sia in quelle di profondità. Si trovano anche nei terreni, perché le acque di depurazione e i fanghi vengono spesso utilizzati per uso agricolo. L’ambiente acquatico ne viene coinvolto e tracce di PF sono rintracciabili in varie specie di animali marittimi e fluviali. Da ciò emerge sempre maggiore la preoccupazione che anche la salute umana possa essere danneggiata. In particolare, l’attenzione delle ricerche è posta sul ruolo che i PF possono svolgere nel determinare antibiotico-resistenza in vari batteri. Vi può essere inoltre un ruolo sinergico con gli interferenti endocrini dannosi per l’uomo sia per la copresenza negli stessi ambienti, sia per la possibilità che anche farmaci di uso comune svolgano un’azione di interferenza endocrina. È pertanto necessario che venga potenziata una comune azione di contrasto a questo tipo di inquinamento, che inizi dalla formulazione di farmaci non dannosi all’ambiente e coinvolga la popolazione in generale, e i sanitari in particolare, in un’opera di educazione all’uso corretto delle terapie farmacologiche.

Parole chiave: farmaci dispersi nell’ambiente, rischi per la salute

 

Introduzione

Una particolare attenzione è stata posta negli ultimi anni ai cosiddetti contaminanti emergenti (Emerging Contaminants, ECs) un termine utilizzato per la prima volta dai ricercatori per definire inquinanti che venivano riscontrati sempre più frequentemente nei corsi d’acqua, anche se in quantità molto basse e successivamente usato per indicare sostanze chimiche non regolamentate, ossia non sottoposte a monitoraggio di routine o a controlli di emissione, ma solo sotto osservazione ai fini di una futura regolamentazione. Si può trattare diprodotti sintetizzati di recente o conosciuti da anni.

Tra gli ECs, oltre a composti per l’igiene e la cura personale, per materiale di costruzione edile, per la protezione delle piante e per l’uso come biocidi o pesticidi, si rilevano varie categorie di prodotti farmaceutici (PF). È stato calcolato che siano circa 4000 le sostanze farmacologicamente attive attualmente utilizzate a livello mondiale ed è previsto in futuro un netto aumento del loro consumo riconducibile a vari fattori quali:

1) l’inserimento nelle farmacopee di nuovi PF;

2) l’incremento nell’uso di quelli attualmente utilizzati per le maggiori disponibilità economiche in varie aree geografiche continentali e per l’invecchiamento della popolazione, con conseguente incremento delle malattie croniche (cardiovascolari, oncologiche, neurodegenerative);

3) la non corretta utilizzazione (abuso e autoprescrizione).

A dimostrazione della necessità da un lato di meglio approfondire le nostre conoscenze sui possibili rischi ecologici e sanitari connessi agli ECs e dall’altro di sensibilizzare i cittadini dell’UE, il Parlamento europeo ha recentemente emesso la Risoluzione “Approccio strategico riguardo all’impatto ambientale dei farmaci” con cui “invita gli Stati membri e la Commissione a promuovere formazioni per gli operatori sanitari, inclusi veterinari, medici e farmacisti e campagne di sensibilizzazione per i pazienti su un uso accorto dei farmaci, quali gli antimicrobici, gli antidepressivi o i liquidi di contrasto; invita gli attori della catena di approvvigionamento farmaceutico a contribuire a fornire a pazienti e allevatori informazioni adeguate sulle possibili ripercussioni negative sull’ambiente di uno smaltimento scorretto dei farmaci; chiede che l’etichettatura delle confezioni preveda un pittogramma adeguato che informi i consumatori su come smaltire correttamente i medicinali inutilizzati”.

 

 

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